Attesa a Todi per Il Sacro Fuoco di Olimpia, esposizione, unica nel suo genere, delle fiaccole olimpiche utilizzate nel tempo, a partire dai giochi di Berlino 1936 fino a Tokio 2020. Per ogni edizione dei giochi, infatti, viene creato un nuovo modello di fiaccola. La mostra, ospitata dall’amministrazione cittadina grazie al CONI nazionale e regionale, sarà inaugurata alle 17 di domenica 19 novembre, nella Sala delle Pietre presso i Palazzi Comunali e resterà aperta fino al 2 dicembre con ingresso libero. Saranno esposte, per l’occasione, anche le divise ufficiali per le varie edizioni della squadra italiana.
‘Giochi olimpici, un sogno per tutti’, è il motto con cui si svolgeranno in città gli eventi collegati alla mostra, in collaborazione con le scuole: saranno infatti proposte visite guidate, previa prenotazione, per gli studenti delle scuole di ogni ordine e grado e incontri quotidiani con i campioni umbri di diverse discipline.
L’idea è quella di passare in rassegna la storia della fiamma olimpica “che rappresenta lo sforzo costante di ogni atleta, – spiegano gli organizzatori dell’esposizione “Il sacro fuoco di Olimpia” – la speranza nella vittoria, la passione bruciante del sogno sportivo.”
“Una fiamma – ricordano – che, passando di torcia in torcia, ha viaggiato negli angoli più isolati del pianeta, assistendo ai più grandi momenti di sport che hanno segnato la storia di una disciplina o del mondo intero.”
Le origini della torcia risalgono in Grecia, quando un fuoco sacro era tenuto acceso per tutto il periodo delle Olimpiadi Antiche. La torcia olimpica ardeva durante lo svolgimento dell’Olimpiade nel braciere olimpico. Era e resta uno dei simboli dei Giochi. Il fuoco ha sempre avuto un ruolo importante nella vita dell’uomo: la sua padronanza e il suo uso sono alla base dello sviluppo della civiltà. Per gli antichi greci, il fuoco aveva una connotazione divina: il mito narra che fosse stato rubato agli Dei da Prometeo per donarlo agli uomini, ed a causa di questo furto l’eroe fu sottoposto ad eterno supplizio. Un fuoco sacro era perciò perennemente acceso nei templi e certamente anche sull’altare del tempio di Estia a Olimpia. Durante i Giochi Olimpici, tenuti in onore a Giove, venivano accesi altri fuochi nel tempio a lui dedicato ed in quello della dea Era.
Nei tempi moderni la fiamma appare ai Giochi per la prima volta nel 1928 ad Amsterdam e, da allora, l’idea di una torcia olimpica in tutte le successive edizioni fu accolta con entusiasmo ed è arrivata fino ad oggi.
Nel 1936, il dirigente e scienziato tedesco dello sport Carl Diem concepì l’idea di una staffetta per i giochi olimpici di Berlino: 3.422 tedofori portarono la fiaccola da Olimpia a Berlino e l’ultimo tedoforo, Fritz Schilgen, accese il braciere nello stadio e in seguito questa staffetta divenne anch’essa una tradizione dei Giochi Olimpici.
La cerimonia del fuoco all’apertura dei giochi olimpici richiama la coreutica antica sia per la coreografia che per i costumi. La fiamma viene accesa nelle antiche rovine del tempio di Era ponendo una fiaccola all’interno di uno specchio parabolico concavo rivolto verso il sole: i raggi così concentrati al centro del recipiente provocano un intenso calore che permette lo sprigionarsi della fiamma.
Una delle undici sacerdotesse passa poi la fiaccola al primo tedoforo: questa raggiunge quindi la città che ospita i Giochi Olimpici grazie ad una staffetta formata da innumerevoli tedofori. Tra di essi si contano atleti e celebrità, ma per la maggior parte si tratta di persone comuni. La staffetta della torcia olimpica termina il giorno della cerimonia di apertura nello stadio principale dei giochi: l’ultimo tedoforo, tenuto spesso segreto fino all’ultimo momento, usa la fiaccola per accendere la fiamma nel braciere.
La fiamma brucia per tutto il periodo dei Giochi Olimpici e viene estinta durante cerimonia di chiusura, per venir poi riaccesa per l’edizione successiva.
Il significato simbolico Nel contesto dei giochi moderni la fiamma olimpica e il percorso dei tedofori è metafora dei valori positivi associati allo sport: come gli antichi messaggeri proclamavano la tregua, i tedofori moderni chiamano il mondo intero alla non belligeranza ed a concentrarsi sui giochi. Oggigiorno, alcuni mesi prima dell’apertura dell’Olimpiade viene organizzata una cerimonia nell’antico luogo delle Olimpiadi, il tempio di Olimpia.
Ogni percorso della staffetta dei tedofori ha la sua storia ed il suo tema, che permette di scoprire storia e cultura della parte del mondo in cui si svolgono i giochi. Inoltre ogni torcia ricorda eventi e temi particolari: dal messaggio di pace di Londra 1948, quando l’Europa usciva dal conflitto mondiale, a Messico 1968 quando il percorso riprese i passi di Cristoforo Colombo fino al nuovo mondo, e ancora la freccia infiammata scoccata nel braciere dello stadio dall’arciere delle Paralimpiadi Antonio Rebollo a Barcellona nel 1992 o forma dinamica e innovativa della torcia Pininfarina dei Giochi Olimpici Invernali di Torino 2006, che ricorda sia la punta di uno sci che il monumento simbolo torinese la Mole Antonelliana, solo per citare alcuni esempi.
Maria Vittoria Grotteschi